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domenica 9 settembre 2012

Sunday morning

Riporto qui alcune curiosità circa la Cerimonia del Tè in chiave zen. 
Personalmente le ho trovate molto interessanti. 

[ Fonte: Wiki ]

I quattro principi costitutivi della Cerimonia del tè secondo Sen no Rikyū 


Il monaco buddhista zen Sen no Rikyū è universalmente considerato il codificatore ultimo della Cerimonia del tè, dopo i grandi maestri Murata Shukō e Takeno Jōō. La Cerimonia del tè di Sen no Rikyū si fonda su quattro principi basilari a cui fanno riferimento tutti i lignaggi scolastici che proseguono gli insegnamenti di questo maestro del tè:
  • Armonia (和[14],Wa)
Questa dimensione comprende la relazione ospite-invitato, gli oggetti scelti, il cibo servito. Queste relazioni devono riflettere il ritmo impermanente delle cose e della vita. L'effimero compreso in tutte le cose viene confermato infatti dal loro mutamento costante. Ma essendo l'effimero, l'impermanente, l'unica realtà in cui ci muoviamo esso assurge a Realtà ultima[15]. Ospite e invitato sono in realtà intercambiabili in quanto agiscono coerentemente in questa dimensione di consapevolezza. Prima di offrire il tè, l'ospite porge dei dolci all'invitato, a volte un pasto leggero. Tutto deve essere all'insegna della stagione in corso, al ritmo naturale della cose. Il principio dell' "Armonia" significa dunque essere affrancati da ogni pretesa e da ogni estremismo, incamminati lungo la moderazione e la "Via di mezzo" propria degli antichi insegnamenti buddhisti.
  • Rispetto (敬[16]Kei)
È il riconoscimento in ogni persona, ma anche nei più semplici oggetti, della presenza di una innata dignità. Coltivare questo vissuto nella Cerimonia del tè e nella vita permette di comprendere la comunione dell'essenza di tutto ciò che ci circonda.
  • Purezza (清[17]Sei)
Va immediatamente precisato che in ambito zen, questo non significa discriminare tra ciò che è "puro" e quello che è ritenuto "impuro", essendo il "puro" e l'"impuro" partecipanti insieme alla Realtà ultima. Spazzare la stanza del tè significa occuparsi di disporre un mondo che accolga anche il "bello". Che consenta a ciò che è "bello" di esprimersi. Questa occupazione è anche una metafora nei confronti della nostra mente e dei nostri vissuti che vanno quotidianamente "spazzati" dai vincoli mondani e dalle loro preoccupazioni, per consentirsi esperienze altrimenti non esperibili. Mentre pulisce la stanza del tè, l'ospite riordina anche se stesso.
  • Tranquillità (寂 [18]Jaku)
Sōshistsu Sen (千宗室), XV iemoto (家元) del lignaggio Urasenke (裏千家), così esprime questo principio: «Seduto lontano dal mondo, all'unisono con i ritmi della natura, liberato dai vincoli del mondo materiale e dalle comodità corporali, purificato e sensibile all'essenza sacra di tutto ciò che lo circonda, colui che prepara e beve il tè in contemplazione si avvicina ad uno stadio di sublime serenità.»[19] L'incontro con l'altro nella Cerimonia del tè amplifica questa dimensione e, come ricorda sempre il XV iemoto dell'Urasenke: «Trovare una serenità duratura in noi stessi in compagnia d'altri: questo è il paradosso.»[20]

Buona lettura e buona domenica :)

Elena


4 commenti:

  1. Ciao Elaine, grazie mille per il dolcissimo commento che mi hai lasciato. Vedo che il tuo blog è appena nato ma offre già interessanti nozioni. Mi piacciono molto i pensieri Zen, li trovo molto filosofici e molto veri. Questi 4 principi non li conoscevo e mi sono piaciuti tutti ma mi ha colpito tanto la purezza. Complimenti anche per il nome del blog!!
    Bacioni
    Alessandra

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    1. Grazie mille per la tua visita :) sono felice che questi punti abbiano incuriosito anche te, buon inizio settimana :)

      Baci!

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  2. interessante il tuo blog, mi piace molto e mi sono iscritta! se ti va di ricambiare ,ti aspetto da me, grazie!

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Thank you for your time :)